Marco Pagliai nasce a San Marcello, un piccolo paese sulla montagna pistoiese, il 26 Aprile 1979.
Fin da piccolo viene affascinato da questo grande animale a quattro zampe e così inizia a montare a cavallo. Vista la grande passione che lega Marco e i cavalli, i suoi genitori, al suo undicesimo compleanno, decidono di regalargli una piccola puledra bianca e nera appena “scozzonata” a cui da il nome di Farfalla, in ricordo della cavalla del nonno che ormai era venuto a mancare. Lo spirito competitivo che alimenta Marco fin da bambino, fa’ sì che, insieme alla sua Farfalla, inizi a partecipare a varie competizioni di monta americana e gli ottimi risultati raggiunti fanno sì che questo binomio prendesse le cose sempre più con professionalità e serietà al punto che riescono a vincere tappe del Campionato Nazionale di gimkana. Fino ad allora Marco aveva fatto tutto da solo ma giunge al punto in cui decide di affidarsi alle mani esperte di un addestratore. Si trasferisce così in un piccolo centro vicino casa dove, alla base di tutti gli insegnamenti, vi era il metodo buttero. In questo modo, il nostro giovane cavaliere, ha la possibilità di imparare tantissimo e di farsi sempre più esperienza montando diversi cavalli. Ma un giorno succede qualcosa di particolarmente inaspettato; a Marco fu data la possibilità di montare un purosangue inglese. Fu amore a prima vista quello che nacque tra Marco e questa stupenda razza, che egli non aveva ancora avuto modo di conoscere. Ciò che più sorprendeva ed affascinava il giovane ragazzo era l’incredibile energia di questi cavalli, pari solamente alla loro intelligenza e sensibilità. Con Alex intraprende un percorso più serio di allenamento e partecipa alle prime competizioni di velocità dove ottiene risultati incredibili ed inaspettati. Pian piano si trova ad affrontare buoni cavalli da corsa con fantini professionisti della monta a pelo provenienti dal circolo senese, ma per il nostro binomio non si rivelerà un problema. Infatti , nonostante la giovane età, Marco riesce a farsi strada nell’ambiente, vincendo e battendo anche cavalli plurivincitori o addirittura cavalli vincitori del Palio di Siena. Marco ha solo 18 anni. Il talento di questo ragazzo non passa inosservato ed incominciano così ad arrivare i primi ingaggi nei Pali più importanti in Italia.Giunge anche l’ingaggio per partecipare al Palio di Asti secondo, per importanza, solo al Palio di Siena. Marco riuscì a farsi notare anche in quell’occasione vincendo brillantemente il paliotto, ma il giovane fantino non poteva sapere che, in particolare, aveva catturato l’attenzione di uno dei personaggi di più rilevante importanza di quel mondo, ovvero Luigi Bruschelli, detto “Trecciolino”. Egli chiamò Marco proponendogli di andare a lavorare per lui nel senese dandogli così la possibilità di provare ad entrare a correre il famosissimo Palio di Siena. Marco naturalmente accettò, è il sogno e l’aspirazione di ogni fantino poter anche solo sfiorare una possibilità così grande. Da Luigi Bruschelli imparò tantissimo, in particolar modo la serietà e professionalità di un mestiere che, come preparatore di cavalli da corsa e fantino di monta a pelo, richiedeva grandi sacrifici ed una vita di “clausura”. Questo metodo di lavoro molto standardizzato e di routine faceva sì che si venissero a creare problemi di comprensione che per Marco, invece, erano di fondamentale importanza al fine di ottenere il massimo risultato da ognuno dei soggetti che si trovava a lavorare. Marco capì che in quegli stupendi animali c’era molto di più di quello che normalmente si crede, vedeva in loro la possibilità di una comunicazione che gli sarebbe stata utile al fine di raggiungere i suoi obbiettivi nel corso dell’addestramento/preparazione. Presto, il giovane fantino, capì anche che alle volte gli mancava la conoscenza per poter arrivare a tutto ciò. Decise così di avvicinarsi a diversi metodi cosiddetti “dolci” in quanto egli si accorse ben presto che alcuni cavalli avevano reazioni decisamente forti di fronte a quel metodo tradizionale basato sul principio “o fai così o son botte”. Mettendo quindi in pratica le nuove conoscenza acquisite e concependo il cavallo in modo sempre più lontano dalle vecchie concezioni, Marco decide di lasciare la scuderia Bruschelli ed inizia un nuovo percorso in solitario. Per lui non fu una semplice decisione ma sentiva che c’era qualcosa di più forte in lui a guidarlo e presto scoprirà che non era la passione per un lavoro ma l’amore per un animale di cui era riuscito involontariamente a scoprirne la vera essenza. Non avendo molte disponibilità economiche Marco compra qualche cavallo da corsa scartati da altri fantini in quanto reputati difficili o di scarsa qualità. Proprio questi saranno i cavalli che gli cambieranno totalmente la vita, cambiandolo e dimostrandogli che esiste una vera e propria comunicazione basata su una partnership. Con questi cavalli riesce a vincere moltissime competizioni affermandosi ancor di più nell’ambiente. Marco però pian piano devia dal mondo delle corse fino al punto di abbandonarlo del tutto per dedicarsi allo studio del cavallo a cui aveva fortemente aspirato negli ultimi tempi. Nel frattempo, guidato dalla sua grande passione per la monta inglese, diventa Istruttore FISE e apre un suo Centro Ippico. Questa sua animata voglia di imparare e capire sempre più, lo porta a studiare innumerevoli e svariati libri sul cavallo e sull’equitazione e a partecipare a diversi corsi sempre basati su principi di comprensione e comunicazione. Da quel momento Marco inizia una collaborazione con Christiane Moeller supportandola durante i suoi corsi di formazione dove lo scopo è la divulgazione del metodo di Monty Roberts. Questa collaborazione ha coinvolto e appassionato numerosi allievi di tutta Italia creando così un sempre maggiore interesse per il benessere del cavallo e a metodi di addestramento non violenti e coercitivi. Grazie a Christiane, recandosi in Germania, può conoscere di persona il famosissimo “Uomo che ascolta i cavalli”. Marco rimane subito colpito dalle sue capacità, ma soprattutto per la sua disponibilità a divulgare il suo sapere. Nella primavera successiva si reca direttamente in America a Flag Is Up Farm, la fattoria e centro di addestramento di MR. Roberts. Un periodo intenso, pieno di scoperte, molto istruttivo e costruttivo conclutosi nel migliore dei modi in quanto lo stesso Monty Roberts comunica a Marco la sua volontà di volerlo portare con lui nel suo prossimo Tour tedesco, per mostrare alle persone le capacità di questo piccolo ragazzo italiano. Un’emozione incredibile avvolse Marco che colse al volo quell’occasione più unica che rara visto e considerato che lui era la prima persona al Mondo (oltretutto nemmeno istruttore del suo metodo) ad avere la possibilità di partecipare attivamente, con i propri cavalli ad un suo show. Nell’Aprile successivo Marco, la sua ragazza Agnese ed i loro amici a quattro zampe Ercole e Oliver partirono alla volta della Germania. Fu un’esperienza bellissima che permise a Marco di farsi conoscere e di conoscere gente con talenti incredibili. Tornati dall’avventura tedesca Marco non si ferma e decide di partecipare a diverse fiere con lo scopo di divulgare le sue idee, facendo spettacoli e dimostrazioni. |