I condizionamenti e la fondamentale importanza di conoscerli per comunicare, gestire e addestrare il nostro cavallo.
La nostra prima regola: rendere le cose semplici al cavallo.
E se non siamo davvero consapevoli di quello che stiamo facendo, come possiamo rendere le cose semplici al nostro compagno ?
Andare “a fortuna”, “per prove ed errori ”, testando continuamente il nostro cavallo senza essere consapevoli di quello che effettivamente gli stiamo comunicando, risulterà frustrante per lui, inconcludente per i nostri obiettivi, negativo per il rapporto che vogliamo raggiungere.
La comprensione dei processi di condizionamento è fondamentale per creare una comunicazione chiara con il nostro cavallo. Conoscere i condizionamenti è essenziale perché fornisce un modello predicibile e comprensibile del suo comportamento, permettendoci di gestire e addestrare il nostro cavallo in modo coerente e semplice per lui.
“In equitazione non è necessario conoscere queste nozioni”. È vero che, nel campo dell’equitazione, non siamo tenuti ad avere una conoscenza approfondita di questi aspetti. Ma è davvero giusto così?
Pensiamo a una maestra: per comunicare, gestire e educare un bambino, sono necessari anni di studio, impegno, determinazione e, sì, anche buon senso, pazienza e un grande cuore. Purtroppo, non sempre queste qualità vengono rispettate, e quando non ci sono, siamo i primi a criticare negativamente i metodi, l’assenza di preparazione e molto altro.
E allora, perché nel caso degli animali, e in particolare dei cavalli, non vengono richiesti gli stessi criteri? Perché non si considera fondamentale che ci sia studio, buon senso, pazienza, amore e dedizione, né che questi aspetti vengano regolarmente valutati nei proprietari di cavalli, negli addestratori, nei cavalieri, nei maniscalchi, nei veterinari e in tutte le figure che ruotano attorno al mondo dell’equitazione?
Nella società animale ed equestre nel particolare modo , spesso si pensa che l’intuito o la connessione empatica naturale con gli animali bastino. Si pensa che, in fondo, essere “buoni” con un animale o trattarlo con affetto sia sufficiente. Tuttavia, questa visione rischia di semplificare troppo la realtà.
Lavorare con un animale richiede molto più che semplici gesti affettuosi: bisogna comprenderne la sua psicologia, le sue esigenze fisiologiche e comportamentali, saper leggere i segnali che l’animale ci manda, adattarsi ai suoi bisogni, e molto altro. Eppure, mentre in molti settori, come nell’educazione dei bambini, si è ben consapevoli che servano anni di studio, formazione e pratica, nel settore dell’equitazione e nella cura degli animali in generale, questi aspetti sono talvolta trascurati o addirittura ignorati.
Un cavaliere o un addestratore che non abbia una preparazione adeguata potrebbe, involontariamente, stressare o confondere il cavallo, portandolo ad avere problemi comportamentali che potrebbero essere evitati con una formazione adeguata.
Ma, quindi, cosa sono i condizionamenti ?
Di seguito cercheremo di spiegarvi in modo semplificato la definizione di “condizionamenti”, dandovi la possibilità di vedere i loro funzionamenti in relazione con il nostro cavallo.
I condizionamenti sono processi psicologici attraverso i quali un individuo acquisisce nuovi comportamenti, reazioni o risposte a stimoli, a seguito di esperienze ripetute o dell’interazione con l’ambiente. In psicologia, il condizionamento viene suddiviso in due principali tipologie: condizionamento classico e condizionamento operante.
In generale, i condizionamenti sono meccanismi attraverso cui le esperienze influenzano le abitudini, le emozioni e le risposte di un animale e persona, sia in modo conscio che inconscio. Possono riguardare sia l’apprendimento di comportamenti utili che di risposte disfunzionali o problematiche, come nel caso di paure o di disturbi da stress post-traumatico, che si sviluppano a seguito di esperienze traumatiche.
Entriamo nel dettaglio di questi due condizionamenti.
Cos’è il condizionamento classico?
Il condizionamento classico è un tipo di apprendimento in cui un animale (essere umano compreso) impara ad associare uno stimolo (stimolo secondario) che normalmente non provoca una risposta, con uno stimolo (stimolo primario) che provoca una risposta naturale.
Dopo che questa associazione è stata stabilita, il primo stimolo (stimolo secondario) inizia a provocare la stessa risposta che normalmente sarebbe provocata dal secondo stimolo (stimolo secondario).
Tutti noi vorremmo arrivare a comunicare con il nostro cavallo con richieste leggerissime.
Il condizionamento classico è l’unica strada per arrivare a questo.
Proviamo a fare un esempio:
Insegnare al cavallo a fermarsi quando il busto del cavaliere si sposta indietro.
Mentre il cavallo cammina, il cavaliere inizia a spostare il peso indietro.
Il cavallo, non conoscendo la richiesta, non farà nulla. Allora il cavaliere, subito dopo aver spostato il suo busto indietro, tirerà le redini che fermeranno il cavallo, continuando a mantenere il busto indietro.
Appena il cavallo darà la risposta giusta (fermarsi) si rilasceranno immediatamente le redini contemporaneamente al tornare seduti dritti.
Uno stimolo (il busto che arretra) comparso improvvisamente non avrà significato per il cavallo. Invece, lo stesso stimolo comparso e seguito da uno stimolo più fastidioso (il tirare delle redini) porterà il cavallo, dopo una sequenza ripetuta il numero delle volte necessario per dare la possibilità di associare i due stimoli, ad anticipare lo stimolo più fastidioso (le redini) rispondendo al busto indietreggiato.
E il condizionamento operante?
Il condizionamento operante si basa sul principio che un comportamento seguito da una conseguenza avrà più probabilità di ripetersi se la conseguenza è positiva, o meno probabilità di ripetersi se la conseguenza è negativa.
Rinforzo positivo (rinforziamo un comportamento aggiungendo qualcosa di positivo): Quando un comportamento viene seguito da una ricompensa (ad esempio il cibo) diventa più probabile che il comportamento venga ripetuto in futuro.
esempio: il cavallo passa sulla barriera ed immediatamente dopo il passaggio lo premiamo con il cibo.
Rinforzo negativo (rinforziamo un comportamento togliendo qualcosa di fastidioso): Si tratta di rimuovere un fastidio, disagio o una situazione negativa quando l’animale compie un comportamento desiderato. In questo caso, l’animale impara a ripetere il comportamento per evitare la situazione sgradevole.
esempio: tiro le redini – il cavallo si ferma – rilascio le redini
Ora osserviamo nel dettaglio il rinforzo negativo, condizionamento che maggiormente viene utilizzato nel rapporto con il cavallo. Troppo spesso applicato senza conoscerne i suoi funzionamenti.
Rinforzo negativo
Noi comunichiamo con il cavallo (per la maggior parte delle volte) tramite delle pressioni per arrivare ad ottenere le risposte che desideriamo (dare le gambe, tirare le redini, fare voce, energia del corpo, frustino, ecc…).
Dobbiamo quindi capire l’importanza di questo condizionamento per riuscire ad essere dei compagni/cavalieri coerenti e chiari, sempre.
Proviamo a fare un esempio:
Far avanzare il cavallo con la trazione della longe.
Inizio dello stimolo (pressione della longe)
Aumento della pressione
Comparsa della risposta (passo in avanti) e immediato rinforzo (rilascio della pressione)
Il cavallo per “uscire” dal fastidio creato da noi (la trazione della longe) proverà a fare cose, una volta ottenuto quel che noi volevamo (che facesse un passo in avanti) immediatamente abbiamo tolto la pressione.
Quindi, per ottenere un comportamento particolare dal cavallo, possiamo creargli un fastidio tale da portarlo a farlo “cadere” nella risposta desiderata, togliendo immediatamente il fastidio/stimolo appena ottenuto quel comportamento.
E poi?
Nel contesto del condizionamento operante, rientrano anche la Punizione Positiva e la Punizione Negativa, concetti che approfondiremo in un articolo dedicato, per poterli trattare con la dovuta attenzione e approfondimento.
Per il momento abbiamo scelto di semplificare e sintetizzare le spiegazioni relative al condizionamento classico e al condizionamento operante analizzandone il rinforzo negativo, con l’intento di fornirvi le nozioni essenziali in modo chiaro e accessibile.
Dedicheremo articoli per approfondire in modo dettagliato i diversi condizionamenti. Intanto, con questo ultimo, speriamo di avervi reso più chiare alcune informazioni fondamentali.
In questo articolo abbiamo cercato di evidenziare l’importanza di essere consapevoli delle dinamiche che influenzano il nostro rapporto con il cavallo. Adesso, siamo curiosi di sapere cosa ne pensate voi. Avete mai riflettuto su come le vostre azioni vengono interpretate dal cavallo? Come vi approcciate a questo aspetto nella vostra relazione con lui? Eravate mai stati preparati sotto questo punto di vista? Ora che siete arrivati alla fine di questo articolo, avete rivalutato e valutato la vostra comunicazione con il cavallo?
Grazie per averci seguiti fin qui, non vediamo l’ora di condividere con voi il prossimo articolo!